La coppettazione, importata dall’Asia dal medico e storico della medicina austriaco Bernhard Aschner che nella prima metà del secolo scorso riprese e diffuse alcune delle terapie più antiche nel mondo, è una pratica che prende il nome dallo strumento di cui si serve, ovvero delle semplici coppette.
Disponibili in diversi materiali, piccole bocce si applicano a ventosa su alcune parti del corpo per stimolare in quei punti la circolazione sanguigna, eliminando tossine e rigenerando l’organismo. Alcuni sportivi scelgono di sottoporsi a questa pratica per sciogliere delle tensioni muscolari dopo l’allenamento o la gara.
L’idea, diffusa già nel II secolo d.C., è che con questo sistema si riattivino i liquidi del corpo evitando i ristagni semplicemente agendo sulle cosiddette “zone riflesse”: alcune aree del viso, del piede, della schiena energicamente collegate ad altre zone e a organi interni – sono le stesse riconosciute in agopuntura – stimolate per riportare l’armonia e l’equilibrio in tutto l’organismo.